LE POTENZIALITA' DELLE RISORSE
DEI DOMINI COLLETTIVI
Dalle indicazioni raccolte dai colloqui od
incontri con gli amministratori delle Università agrarie e dai sopralluoghi
compiuti sul territorio, si ritiene utile analizzare lo stato attuale
dell'utilizzo delle risorse e le possibilità di una loro valorizzazione in
rapporto alle loro potenzialità intrinseche ed estrinseche. L'analisi viene condotta in rapporto alle tipologie
delle risorse che vengono raggruppate in quattro categorie: • risorse forestali • risorse foraggere • risorse del sottobosco • risorse ambientali a) risorse forestali: il
prelievo di legname viene calcolato in
ragione dell'utilizzo per il soddisfacimento dei diritti di legnatico. Il
numero di utenti tra le sei Università
agrarie raggiunge n. 170 e considerando
un prelievo annuo di 60 quintali Per
utente, si raggiunge un'utilizzazione complessiva di quintali 10.200 a fronte
dì una superficie boscata di Ha 2.071.15.46, secondo i rilievi della C.T.R. Calcolando in via prudenziale che l'incremento
medio di legname nella superficie boscata cedua sia di 30 quintali/anno/ettaro,
la totale produzione legnosa risulterebbe per ogni anno pari ad Ha 2.071x30
qli= qli 64.201 a fronte di una ripresa
annua di soli 10.200 qli e con un accumulo di provvigione legnosa: qli 64.201 - 10.2O0=
qli 54.001. L'utilizzazione complessiva risulta perciò
inferiore al 16% rispetto all'incremento medio annuo complessivo della
superficie boscata. Vi è pertanto la necessità di procedere ad un
recupero della notevole biomassa che si è accumulata in oltre un decennio di
scarse o nulle utilizzazioni forestali, operando tuttavia con avvedutezza e con
una specifica pianificazione, che consenta di ottenere gli obiettivi, che si
esaminano nel capitolo successivo, sulle prospettive di sviluppo b) risorse foraggere:
dalle indicazioni fornite dai
presidenti o dai rappresentanti delle Università agrarie nei pascoli dei
domini collettivi vengono allevati circa 2695 capi di bestiame, cosi ripartiti: bovini n. 275 equini n. 240 ovini n. 2.450 La superficie pascoliva dei domini collettivi
delle 6 Università agrarie risulta essere, tra pascoli, pascoli alberati e
pascoli cespugliati, secondo le risultanze della carta tecnica regionale, pari
ad ettari 1. 186.97.79 arrotondato ad Ha 1.187. Il carico zootecnico, considerando un
coefficiente di conversione delle pecore pari a 0. 15 UBA e valutando che il
50% dei bovini sia di età inferiore ai 2 anni di età (con coefficiente di
conversione di 0,6 UBA), risulta essere: bovini di età sup. 2 anni 275x0.5= I37,5x1 UBA = UB A 13
7, 5 bovini tra 6 mesi e 2 anni 275x0.5= 137,5x0.6 UBA = UB A 82,5 equini di età sup, 6 mesi 240x1=240 UBA = UBA 240,0
pecore
2450x0.15=367.5 UBA = UBA 367.5 Totale UBA
= UBA 827.5 pertanto il carico zootecnico attuale gravante
sul pascoli, risulta essere: Ha 1.187.827,5 UBA/Ha = 0.83 UBA/Ha, il che
attesta che i pascoli sono sfruttati in misura inferiore al limite di 1.4
UBA/Ha che la U.E. riconosce per l'azione F/7 delle misure agro ambientali. Gestione dei sistemi pascolivi a bassa
intensità, nell'ambito del Piano di sviluppo rurale della Regione Lazio. Volendo pertanto raggiungere il livello previsto
da questa azione, è possibile
potenziare il patrimonio del bestiame pascolante, come da seguente conteggio: superficie foraggera e pascolo Ha I. 187x1.4 UBA/Ha = UBA 1.661,8 UBA attualmente pascolante
=UBA 827,5 Incrementi del carico zootecnico
=UBA 8.34,3 Ciò è possibile raddoppiando il carico
zootecnico dei pascoli attualmente in essere, pur rimanendo nell'ambito di una
gestione a bassa intensità, cosi come proposto dalle misure agro ambientali. c) risorse del
sottobosco: tra le risorse del sottobosco, quella più attivata è il tartufo,
nella forma di concessione In affittanza dei boschi ad associazioni di tartuficoltori,
mentre sono praticamente negative in termini reddituali le altre risorse del
sottobosco, quali i funghi epigei altri piccoli frutti (bacche di ginepro, rosa
canina, prugnolo, ecc. e le piante officinali), Se l'affittanza per la raccolta riservata del
tartufo è praticata nei territori con
boschi a prevalenza di essenze quercine di tre sole Urniversità agrarie
(Terzone S. Pietro, S. Angelo e S.
Vito), nessuna gestione diretta di eventuali riserve per la raccolta dei
prodotti del sottobosco viene effettuata dalle Amministrazioni delle Università
agrarie ancorchè vi siano delle potenzialità di valorizzazione di tali prodotti
del sottobosco. Anche l'esistenza di aree pascolive con presenza di piante di
gentiana lutea può suggerire uno sfruttamento mediante coltivazione
specializzata di tale pianta, utilizandone la riproduzione per seme
anche considerando la semplicità delle tecniche colturali da adottare. d)
risorse ambientali: le carattenistiche ambientali del territonio, sia sotto il
profilo naturalistico che sotto quello paesaggistico, sono particolarmente
interessanti, ma non sono sfruttate, nonostante la presenza di un buon numero
di turisti nel periodo estivo che potrebbero diventare possibili fruitori di
tale risorsa se opportunamente organizzata e divulgata: dai sentieri didattico naturalistici,
a quelli più propriamente escursionisti, dai percorsi vita agli itinerari
ricreativi o tematici, dall'ippoturismo all'orientering, A ciò si devono
aggiungere anche quelli relativi alla fauna selvatica e alle iniziative per la
protezione della selvaggina nobile ed autoctona. Risorse tutte queste di
elevata potenzialità che tuttavia risultano, al presente, di non facile
quantificazione in termini economici e reddituali. |